Come comunicare il personal branding per migliorare o avviare la carriera.

“Oh no, ecco un altro termine inglese per dire chissà che cosa”.

So a cosa stai pensando, ma ti assicuro che non è nulla di complesso, anzi. Con il termine personal branding si intende quell’insieme di strategie messe in atto per promuovere sé stessi nel mondo del lavoro, le proprie competenze ed esperienze, come se la propria figura professionale fosse un marchio, un brand appunto. È come portare avanti una sorta di marketing personale dove si mette in buona luce e si fa risaltare ciò che di meglio si ha da offrire al mercato. In altre parole, è la costruzione di una reputazione professionale e come tale non è una meta precisa, bensì un processo.

Può sembrare un concetto molto nuovo, ma di fatto, così non è. Il primo a seguire questa pratica è stato niente meno che Leonardo da Vinci nel lontano 1400. In una famosa lettera (fruibile online) indirizzata agli Sforza, prima di arrivare a Milano, il genio rinascimentale si presenta a Ludovico il Moro risaltando le proprie competenze, interessi, opere già compiute, ma soprattutto, spiegando il vero valore che potrebbe portare alla Casata.

L’arte di saper comunicare al meglio la propria professionalità non è dunque un concetto nuovo, ma l’utilizzo sistematico e diffuso di questa pratica è esploso in questi ultimi anni, dovuto a diversi fattori: il cambiamento nel mercato del lavoro, l’emergere di nuove figure di professionisti del digitale e una progressiva scomparsa del mito del posto fisso e della stabilità del lavoro dipendente verso forme di lavoro autonome.


Serve davvero fare personal branding?

La domanda che può sorgere spontanea è: “perché dovrei interessarmene?” Forse l’hai già intuito, qui ti do qualche buon motivo del perché dovresti iniziare da subito. Lo scopo del marketing è far sì che le persone comprino, comunicando al meglio il servizio o prodotto. Allo stesso modo, l’obiettivo di una persona nel mondo del lavoro è quello di farsi assumere e magari ricoprire una posizione che la soddisfa e anche ben pagata, in altre parole: riuscire a vendere la propria professionalità al miglior acquirente. Le strategie, dunque, non possono essere molto lontane da quelle del marketing tradizionale.


Come farlo, da dove iniziare e quale potrebbe essere una strategia efficace

Forse, arrivati a questo punto, ti ho convinto del fatto che vale la pena interessarsi, ora ti do delle indicazioni su come iniziare e, perché no, proseguire. Prima ancora di poter comunicare te stesso agli altri, devi “conoscere te stesso” ponendoti alcune domande e a dando loro una risposta:

Queste domande sono il succo di quello che può emergere dall’analisi fatta con diversi strumenti disponibili online, i quali permettono un maggior approfondimento, consigliato se hai tempo da investire. Rispondendo a queste domande, si completa la prima fase, ovvero, il posizionamento: la collocazione del brand nel mercato

Successivamente, rispondendo alla seconda e terza domanda, hai cominciato ad individuare il tuo vantaggio specifico da offrire, una sorta di unique value proposition, e il target di riferimento.

Dopo aver compreso meglio te stesso puoi cominciare a ragionare di personal branding e sin da subito c’è qualcosa dal quale non puoi prescindere: la creazione di contenuti. Pensare ai contenuti da condividere per fare personal branding significa pianificare una strategia di content marketing. Se sei una di quelle persone che online si limita a sfogliare passivamente il feed, senza mai sognarsi di creare contenuti, devi sapere che è fondamentale che cambi il tuo mindset da consumatore a creatore, perché in qualche modo, dovrai “sfornare” contenuti di valore (quindi utili e interessanti per le persone che leggono).


Devo creare contenuti, ma cosa scrivo?

Vorrei darti la formula magica anche in questo caso, ma mi tocca dire: dipende. Dipende se sei uno studente (com’è probabile che sia se arrivi dal blog di Steps) oppure un lavoratore anche senior.