'O muore entro Luglio, o è qualcosa di realmente forte'.

Parlava in questi termini di Clubhouse John Felser, una tra le voci del mondo del Venture Capital americano che ha abbracciato la piattaforma con entusiasmo a pochi mesi dal lancio.

Non solo Clubhouse ha superato l'estate ma, dopo la 1B Valuation, sembra crescere in maniera inarrestabile. Le cose sono un po' cambiate rispetto a Luglio, però: gli early adopters hanno dunque la fortuna di essere testimoni del suo sviluppo giorno dopo giorno.

Ma come si è arrivati fin qui?

I primi passi

Rohan Seth e Paul Davison, fondatori di Clubhouse, si sono conosciuti nel 2011. Sebbene siano entrambi laureati a Stanford e con un passato in comune in Google, i due cominceranno a collaborare solo nel 2019.

La circostanza non è delle più fortunate: la figlia di Rohan nasce con una malformazione genetica che le causa una forte disabilità fisica e mentale. Dopo un anno di interazioni fallimentari con i medici, l'imprenditore e la moglie danno vita alla Lydian Foundation con lo scopo di raccogliere fondi per le cure della figlia e avanzare la ricerca scientifica nel campo. È in questo periodo che le strade dei due fondatori si incrociano nuovamente: Paul supporta la ricerca di capitale per la fondazione di Rohan che arriva a raccogliere 2 milioni di dollari.

Prima d'allora, entrambi si erano tenuti occupati con progetti imprenditoriali meravigliosamente fallimentari.

Davison aveva fondato Highlight, un'applicazione che permetteva di far incontrare persone con interessi affini in base alla loro localizzazione. Nonostante un buon inizio, la popolarità dell'app va presto a scemare. L'obiettivo di continuare a creare incontri umani attraverso la tecnologia, invece, rimane. È così che Paul lancia l'app Roll, che permette di condividere il proprio rullino fotografico con amici. Successivamente è il turno di un'altra applicazione, Shorts, con cui è possibile mostrare delle proprie foto a sconosciuti che si trovavano nelle tue vicinanze. Successivamente, Il team di Davison che aveva lavorato a entrambe le app viene comprato da Pinterest, dove il founder lavorerà per un paio di anni. Le app vengono però dismesse.

Nel frattempo, anche l'altro fondatore di Clubhouse si stava tenendo impegnato nel settore. Dopo aver lasciato Google, Rohan fonda Memry labs, un'impresa che sviluppa social mobile apps. C'è ad esempio Phone-A-Friend, con cui si possono chiamare gli amici spontaneamente in base alla loro disponibilità del momento. Con Dayfie si possono invece creare album di selfie spontanei che l'app scatta non appena vi si accede ogni giorno. E ancora QQ che ti permette di fare domande ai tuoi amici, mentre Kitbot mappa le tue interazioni sociali e ti informa su chi sono gli amici con cui hai più interagito. Memry labs venne poi acquistata da Opendoor, dove Rohan e il suo team finiscono a lavorare.

Le due strade si incontrano: inizia la sperimentazione

Dopo il ravvicinamento per ragioni personali, i due imprenditori iniziano a lavorare insieme ad alcune app. Prima di Clubhouse, è il turno di Talkshow che sembra avere già alcune delle caratteristiche vincenti. Innanzitutto si trattava di una app solo basata sull'audio, proprio come Clubhouse, e che aveva come l'obiettivo facilitare la creazione di podcast. Non solo, già allora i due avevano sopperito alla principale mancanza dei podcast: la mancanza di interazione.

In un mondo dove la narrazione è oramai condivisa e orizzontale, dove ogni celebrità è solo "a un click di distanza", era chiaro che bisognasse rendere i podcast più partecipativi. Se è vero che ognuno nella vita avrà i propri 15 minuti di gloria, l'app era lì pronta a darglieli. Gli ascoltatori del podcast potevano infatti interagire con domande su Twitter e anche essere scelti come "guest" della puntata.

Il seme di Clubhouse era stato piantato.

Clubhouse: dagli albori alla 1B Valuation

Lanciata a Marzo 2020, Clubhouse si presentava all'inizio come una grande room senza titolo, a cui si sono aggiunte tante room senza titolo, per poi diventare ancora più room a tema. La sua rapida evoluzione ha portato alcuni a parlare delle "stagioni Clubhouse".

Si parla ad esempio di 'Summer clubhouse', un periodo in cui era possibile entrare in una room e intrattenere conversazioni genuine con nomi quali John Meyer, Kevin Hart, Oprah Winfrey. Il basso numero di utenti (a Maggio il numero di utenti era pari a 3500, oggi si aggira sui 2 milioni) rendeva più spontaneo l'engagement e donava uno spazio protetto in cui scambiare conversazioni fuori dalla ribalta social. E questo in un periodo in cui il distanziamento sociale e la protratta crisi sanitaria rendeva gli incontri spontanei sempre più rari.

Così Clubhouse presto diviene il salotto di ritrovo preferito della Sillicon Valley. Sin da subito era chiaro che si trattasse di un posto speciale - non capita tutti i giorni di entrare in un bar e scambiare due parole con giornalisti CNN, rapper come Meek Mill, o i founder stessi! Sebbene a partire dall'autunno la piattaforma ha cominciato ad essere inondata da sempre più utenti, e molte delle celebrità early adopters non sono più raggiungibili come prima, è ancora possibile vedere Eric Weinstein on stage discutere di qualsiasi tema, Guy Kawasaki entrare in una room e rispondere a delle domande, il cantate Afro B chiacchierare allegramente in una stanza di 10 persone.

Nonostante la presenza di personalità importanti e la crescente popolarità dell'app, entrare in Clubhouse era davvero come entrare in una community. Ogni nuovo user veniva invitato a un 'welcome party' ospitato dalla persona che aveva effettuato il referral. Non solo, ma ogni mercoledì a dare il benvenuto ai newbies erano Paul e Rohan, i fondatori dell'app! Ad oggi l'evento di onboarding continua, ma con una sala con circa 1.5k persone, è facile vedere la differenza di interazione rispetto ai primordi.